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Design 2020 e coronavirus, cambia qualcosa nel design degli interni?

Design e Covid 19

L’arrivo anche nel nostro Paese del Covid 19 ha creato una serie di problemi molto gravi ed altri collaterali come la necessità di ripensare il design.
In particolare la necessità di stare a casa ha spinto al massimo l’opportunità per molti lavoratori di sfruttare lo “smart working”, una tipologia di lavoro che sarà sempre più utilizzata in futuro.
Questo ha portato anche ad una ridefinizione degli spazi interni alle nostre abitazioni che non erano state progettate per queste scelte.

Lo smart working e il nuovo design di interni

Con lo smart working i designer stanno già pensando ad una serie di modifiche per gli arredi interni in modo da rendere i vari ambienti della casa più funzionali e modulabili in un brevissimo spazio di tempo.

Le nostre case saranno quindi progettate per non essere soltanto degli “spazi dormitorio”, con camere da letto ed ambienti living devono avere la possibilità di trasformarsi in un ambiente di lavoro e non solo con la creazione di una postazione con un personal computer ma anche mettendo attenzione agli ingombri ed alle luci.

La zona soggiorno può diventare per alcuni momenti della giornata la nostra palestra, mentre la zona cucina un luogo dove incontrare in modo “virtuale”, con le videochiamate, parenti ed amici, magari mostrando le creazioni culinarie del giorno, compresi gli immancabili dolci.

Rendere le case flessibili

Per rendere flessibili le nostre case si dovranno usare delle architetture “modulari” in modo che si possano facilmente montare e smontare.
Destinare lo spazio ora ad una attività e successivamente ad un’altra, oppure utilizzare lo stesso ambiente per una combinazione di attività è certamente il futuro delle nostre case e anche gli edifici condominiali avranno la necessità di ingrandire gli spazi comuni per dare la possibilità di seguire lezioni a distanza.

La progettazione degli spazi interni

Una delle priorità che i designer dovranno tenere in considerazione nella nuova tipologia di progettazione degli interni è legata ai materiali da utilizzare, scegliendo anche in base agli studi sulle possibilità di contagio.

Oltre a questo sarà necessario prestare molta attenzione alla qualità dell’aria.
Uno studio americano eseguito dal National Institute of Health che è stato anche pubblicato sul prestigioso New England Journal of Medicine, rende noto che il Covid 19 resiste nell’aria per 3 ore in una stanza con una umidità relativa del 40% ed una temperatura di 21°C e un massimo di tre giorni sulle superfici in “polipropilene” una delle materie plastiche che sono maggiormente usate oggi nel mondo.

Altri materiali come l’acciaio inossidabile permettono una resistenza del virus per 2 giorni, mentre meno di un giorno è la resistenza su superfici in cartoncino.
Per i progettisti sarà quindi necessario in futuro creare degli ambienti salubri, basandosi sulla ventilazione naturale.

Il coronavirus e l’impatto sul design delle città

Oltre che sull’arredamento di interni, il Covid 19 avrà senza subbio un impatto duraturo anche sulla “progettazione” delle città.

Per poter mantenere le distanze di sicurezza tra le persone potrebbe essere necessario un allargamento dei marciapiedi, ma anche gli spazi sovraffollati che siamo abituati a vedere nelle grandi città dovranno di fatto scomparire.

Già oggi nella fase 2, anche i posti nelle metropolitane e sui mezzi pubblici sia cittadini che per le lunghe distanze hanno messo in atto misure di protezione che prevedono le distanze e i mezzi che entreranno in servizio negli anni seguenti dovrebbero essere realizzati tenendo conto di queste indicazioni.

Sarà necessario anche ripensare al ruolo che dovranno svolgere i parchi urbani, specialmente per quanto riguarda le aree gioco.
Una sfida che attende i progettisti ed i designer per il prossimo futuro e vedrà sicuramente la nascita di molte nuove idee.

In questa nuova progettazione, che dovrà rispondere al nuovo modo di “abitare”, si farà particolare attenzione alle tipologie di superfici da adottare ed anche alla possibilità di sfruttare i “nanomateriali“.

Il tutto tenendo conto degli spazi fisici necessari per le persone e delle loro abitudini, anche se abbiamo visto in questo periodo che c’è una grande adattabilità da parte delle persone alle nuove situazioni che si vengono a creare.

In tutto e per tutto un nuovo mondo, nel quale trovare gli “spazi intermedi” tra la città e la campagna, e certamente caratterizzato da un sistema dove il “green” conterà maggiormente rispetto a quello attuale.
Anche il mondo del lavoro avrà la necessità di una “riprogettazione” con la quale gli ambienti degli uffici saranno resi più sicuri e più salubri, magari con porte automatiche che evitano di toccare continuamente le maniglie e con ascensori comandabili con la voce per non toccare i pulsanti.

Per quanto riguarda le aree di lavoro negli uffici, sempre più “open space” con divisori che consentono una maggiore sicurezza.

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